Artista, giornalista e critico d’arte;
Corrispondente de “Prima Pagina” di Modena;
Collaboratore de “L’Indicatore Mirandolese” di Mirandola e della rivista Euroarte;
Ha partecipato all’ultima edizione della Biennale di Venezia curando i testi critici degli artisti italiani presenti all’edizione
Ha scritto 2 libri sull’arte: “A Regola d’Arte” e “L’Incanto della Pittura”.
Romanziera, aforista, blogger. Collabora con Ok Arte dove recensisce le mostre nelle gallerie d'arte milanesi. Recensisce pittori, scultori e artisti fin dal 2015, redige note critiche anche per cataloghi monografici. Collabora continuativamente come critica ufficiale con gallerie d'arte in Italia e in Europa. Nel 2020 viene accreditata come critica d'arte sul Vocabolario Mondiale Getty (Id Getty 500490165), appartenente all'archivio ufficiale del Getty Museum di Los Angeles.
L’universo creativo dell’artista polacca ricorda le atmosfere rarefatte del nord del mondo, quelle quasi fiabesche, sottolineate ed evidenziate dall’aria fredda che sembra raggelare all’esterno ma carezzare e scaldare all’interno. I suoi dipinti sono soffusi momenti emotivi di grande intensità, suggeriscono senza gridare un luogo indefinito che potrebbe essere ovunque ma che, grazie all’emozione che suscita, è lì in quel momento, nell’attimo di eterno in cui l’artista poggia il pennello sulla tela. È il dettaglio cromatico a determinare la natura delle sensazioni ricevute osservando la realtà: gli azzurri e i verdi per la serenità, i fucsia e i viola per l’introspezione e riflessione più intense, il rosso e il giallo per la confusione e l’impulso che spinge a voler ritrovare l’ordine, il bianco per il desiderio di sconfiggere la paura e l’ignoto. Per la Szuba non è importante descrivere razionalmente e delimitare un’immagine secondo i canoni di ciò che l’occhio umano conosce, lei la trasforma in canto poetico, in pura energia che dall’opera esce e chiama a sé l’osservatore, come a volerlo prendere per mano e condurre all’interno di quell’atmosfera fantastica che rappresenta il mondo emozionale, quello più nascosto, quello più coinvolgente perché arriva direttamente all’anima. Nel dipinto Porte di Arcadia, la porta non è altro che un luogo sospeso in cui entrare in punta di piedi, dentro il quale niente può spaventare perché i tenui colori pastello nelle tonalità del celeste hanno la capacità di rasserenare, sussurrare che al suo interno si può intraprendere un sorprendente viaggio da cui si genererà un maggiore equilibrio; in Helios al contrario, l’artista sembra voler suggerire di rimanere fuori, di lasciare che le cose accadano senza intervenire, aspettando che si trasformino in un mare calmo su cui affondare lentamente i piedi, ma solo dopo che la tempesta degli avvenimenti si sia placata; in Varco spazio temporale il bianco rappresenta la luce, quella stessa luce che condurrà al varco in cui si verifica il passaggio, un movimento, una tensione verso un luogo lontano ma che spesso è proprio quello più vicino, quello del nostro universo emotivo che per la maggior parte del tempo dimentichiamo di ascoltare.
Trasferita in Italia nel 2000, la Szuba inizia da autodidatta la sua formazione pittorica, avvicinandosi in un primo momento alla tecnica figurativa ma poi il suo istinto le suggerisce di lasciar esplodere le emozioni attraverso l’Astrattismo, impulso che lei segue fino ad arrivare allo stile che oggi la caratterizza.
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